Sunday, April 29, 2007

Updating

Il ritorno in the city e' stato intenso. Ci sono i fiori nelle strade del Village che rendono tutto piu' accettabile.
Due giorni di lavoro normali e svariati impegni extra-lavorativi.
Una ottima lecture di Harry Cobb alla Cooper Union ("Spent Light") seguita da cena japan nell'East Village con C. e A.
L'incontro con L. appena planato a NYC ... concerto ancora nell'East Village, Venerdi' sera, per poi finire allo Schiller's nel LES, chiudendo con il mio cocktail preferito del momento: Rasberry Crumble. Addictive, dangerous. Dovrebbero scriverlo sul bicchiere.
Sabato di cazzeggio e di spesa per fare una cena qui a casa con L. appunto e M.: fonduta di carne. Filetto di manzo, di maiale e Sirloin Steak di manzo. Formaggi assortiti a chiudere. Una delizia. Vini italiani e francesi. Grappa Poli a chiudere e poi a letto. Happy.
Domenica di pulizie domestiche e poi di corsa al Tribeca Film Festival, spettacolo delle 13.30. Fraulein, film sivizzero di Andrea Staka (che ho poi conosciuto essendo amico di R. e A., assieme alla tipa che ha fatto le musiche e ad una delle attrici protagoniste). Ottimo film.
A seguire party offerto dalla American Express in un ristorante figo di Tribeca. Free drinks e free food. Al sole timido di Aprile.
Arriva poi la domenica sera, con i noodle liofilizzati e i DVD.
Domani si ricomincia, e il programma e' intenso.
24 night, Johnnie To al Film Forum e Spiderman III a mezzanotte di mercoledi'.
Sinequanon, direbbe Paolini.

Il Tavolino , finally

Sono mesi che vorrei scrivere del tavolino di Paul Auster.
Lo chiamo cosi' perche' e' degno della trilogia.
Un tavolino insignificante come si nota dalla foto, posto all'ingresso del mio building.
Le prime volte ci passavo vicino e avevo quasi uno scatto di nervosismo per il disordinato insieme di cose che ospitava.
C'e' voluto tempo per capire.
E' un vuoto "metropolitano" che si riempe di nevrosi abbondonate, a disposizione del prossimo.
Spiego.
Devi buttare qualcosa che non ti paartiene piu' ma ti dispiace perche' senti che potrebbe avere una seconda possibilita'?
In un contesto normale, con un appartamento normale lo metteresti nello sgabuzziono e amen.
A New York, i contesti non sono mai normali e lo sgabuzzino non esiste.
Ogni centimentro quadrato e' utile.
Cosi' si arriva alla decisione di eliminare qualcosa.
Ma ... non nella spazzatura ma bensi' sul tavolino di paul.
Si mette li'. A qualcuno servira' ancora.
Quell'oggetto vivra' nella vita di qualcun'altro.
Il senso di colpa e' attenuato.
Ci ho visto scarpe, libri, riviste, dischi, tavolini (uno e' il mio attuale comodino), pezzi di libreria, ferri da stiro.
Di tutto.
Cravatte, magliette, cappelli, occhiali.
E poi c'e' la posta.
Tutto quello che non si riesce ad infilare nelle cassette finisce li', in attesa.
Ogni giorno il panorama cambia e c'e' sempre qualcosa di interessante.
Per esempio quando un "pazzo" di Pavia manda dei film di Hong Kong a New York ad uno sconosciuto, quelli vengono adagiati sul tavolino di Paul Auster.

E' ormai un fedele compagno, il tavolino.
Raccoglie e distribuisce le diversita'.
For free. what's better?

Sunday, April 15, 2007

Saturday night


Per festeggiare la fine del tormentone lavorativo che mi ha sfinito nelle ultime settimane, con il fedele R., mi sono gratificato con tanto foie gras. Cioe' con il fegato intero, non terrine, blocchi o pate'. Proprio lui, il fegato.
Comprato in corsa da Ottomanelli. Non c'erano piu' le fettine, rimaneva solo lui e ci siamo dovuti sacrificare.
Il macellaio mi ha fatto pure lo sconto e mi ha consigliato di non preoccuparmi delle dimensioni ... si puo' sempre congelare.
Ovviamente non c'e' stato bisogno.
Si fanno le fettine (sembra di tagliare burro con un profumo incredibile), meglio un po' alte [circa un cm] e si mettono nella padella antiaderente gia' calda, a fuoco medio. Due minuti per lato [o anche meno] e son pronte da servire.
Ad accompagnare due diverse riduzioni di vino: una con passito, zucchero e mele disidratate, una con vino rosso, zucchero e uva passita. Entrambe passate al mixer.
Ma il meglio e' stato raggiunto aggiungendo il passito nella padella una volta tolte le fettine. Facendo ridurre a fuoco alto questa micidiale combinazione di vino e grasso fuso per poi aggiungerla -con parsimonia- ai piatti.
R. si' presentato con mezza bottiglia di champagne per accompagnare i preparativi e Pinot Noir della Borgogna.
A chiudere, gorgonzola stagionato.
E' stato un viaggio nel piacere che aspettavo da mesi. Ho rotto tutti con questa idea per mesi ed ora che ho provato, sara' ancora peggio.
Si e' poi finiti in un noioso party sulla 37esima (e ottava avenue). In un yoga center (che gia' avevo capito che buttava male). Pero' la vista dal sedicesimo piano era notevole.

Le finestre di fronte ... tra Hopper, Simenon e Molina.


Sequenza








In taxi, dallo studio a casa, ormai venerdi' mattina.

Saturday, April 14, 2007

Purple brain


"Of all the brain types, yours is the most idealistic.
You tend to think wild, amazing thoughts. Your dreams and fantasies are intense.
Your thoughts are creative, inventive, and without boundaries.

You tend to spend a lot of time thinking of fictional people and places - or a very different life for yourself."

[*]

Monday, April 9, 2007

Sol LeWitt


Se ne e' andato con la consueta riservatezza.
Una vita interessante tra New York e Spoleto, passando anche per lo studio dove presto le mie fatiche.

Sunday, April 8, 2007

Assenze


Seconda pasqua nella mela. Da solo o quasi. La topa e’ una storia a se’ e tutti lo sapete d’altronde, da tempo. Cosi come gli affetti di “famiglia”, compresi i due rospetti bellissimi.

Ma anche quella meraviglisa galassia di affetti che mi ha ruotato attorno per anni mi manca assai, inutile nasconderlo.

Due magnifiche persone come G. e V. li conosco ormai da 18 anni circa. Mica bazzecole. Abbiamo attraversato assieme i tumulti delle adolescenze, quelli della quasi maturita’ e poi anche tante zone grigie comprese quella attuale.

Brutti stronzi continuo a fare i conti con voi. Con quello che potreste pensare ad ogni sospiro che faccio, ad ogni mossa. Continuo a confrontarmi con voi, anche qui. Non mi sono liberato di voi minimamente.

Mi porto dentro ad ogni passo tutte le discussioni fatte con voi, tutti i dubbi e le poche cetezze, ma importanti.

Quando parto in quarta, mi guardo attorno e vedendo gli sguardi attoniti attorno a me (un po’ i contenuti, un po’ l’inglese) tento di spiegare il significato di “guarda che caccola!”, They don’t get it. Rimane una cosa nostra.

“E’ stata solo una concessione storica”, d’altronde.

Ripenso quindi ai giri sugli appennini, all’Elba e mi tornano in mente tutti. E. (che poi ha sposato, sposato, I.), C.A., M. (appena tornato), P. (o G. che e’ pure diventato un donnaiolo a quanto pare). La mia ex E. che ancora mi invita a Miserotti. V., che sono l’unico insieme a G. con il quale non e’ uscita tra i miei amici e che e’ ed sempre stata preziosa amica. Un’altra V., piu’ tormentata.

Negli stessi anni, in via Calzolai, facevamo le prove dell’Ulivo che sarebbe venuto con L., ancora leader indiscusso. A volte lontano ma sempre vicino quando conta, anche lo scorso natale. A lui devo Pazienza e Frigidaire e la voglia di crederci, ed anche la fiducia nella politica. Oltre ai fumetti e Gloria.

Poi si cresce, poco ma si cresce e nel gioco degli incastri salta fuori G., ai tempi dell’universita’, musica e altro. Caffe, sambuche e paglie (e A.). E con G. un altro G. con molto cinema e tante discussioni e la voglia di andare, di mettersi alla prova e il lavoro.

Un’amicizia accellerata e infinite parentesi e molti viaggi. Bro.

Lentamente con loro D. (ma sarebbe meglio dire B.) e la condivisione delle passioni e delle follie, ma anche S., ritrovato matto e migliorato dopo un’adolescenza assai diversa dalla mia, e poi M., gobbo fratello, magnifico ultimo a 5 e fiuto impareggiabile al Fanta. Basta una parola, asta.

Con G. c’e’ anche quell pazzo di L. che pero’ ormai e’ qui e ne discuteremo di persona.

In parallelo scopro M. ai tempi dell’universita’, un fratello maggiore e minore a seconda delle avversita’, mie e tue. E una bella tesi assieme, che non e’ male come cosa da condividere.

E tante alter cose. Molte davvero.

Comprese le crisi di panico da studio. Statica, Scienza e Compo III, per intenderci.

Adesso formi una triangolazione perfetta con G. e V.,ed io torno sempre da voi.

E con te R., alti e bassi, talentuoso sprecato nella piccolo citta’ bastardo posto.

E poi sempre ai tempi dell’universita’ T., A., G., S., P. (e quell pazzo di A.), compagni di studio e di scoperta, cool senza volerlo. Senza pretese. E un magnifico viaggio in 5 in giro per l’Europa a raccogliere feticci e a prenderci e a prenderli in giro. F0, ma se avessimo voluto … E ancora la voglia di schienarsi a Campari al Bolero, quando capita.

Un gran viaggio e’ poi stato quello in vespa con M. (ritrovato per caso a Madrid e da allora su Skype aspettando l’incontro a Bacellona) e V. (sempre presente).

Gli amici di Milano schiacciati dall’oliva meneghina … L. F. F. F. A. A., avrei voluto avere piu’ tempo ma si sa milano e’ milano. Pretenziosa ed esigente senza motivo alcuno.

Insomma voi tutti siete li’ piu’ o meno ed io sono qua, ancora per un po’.

Ma vi porto in giro, chi piu’ chi meno ma so che i piu’ lo sentono bene.
Da sempre.
Io ci do dentro e continuo ad usarvi per crescere.
Brutti stronzi mi mancate.

E tu non fare quegli occhi li’ che poi mi commuovo.

Paglia, pasqua.

Saturday, April 7, 2007

Diario?

"La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro. Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli. Bisogna dire come io vedo questa tavola, la via, le persone, il mio pacchetto di tabacco, perche' e' questo che e' cambiato. Occorre determinare esattamente l'estensione e la natura di questo cambiamento.
Per esempio ecco un astuccio di cartone che contiene la mia bottiglia d'inchiostro. Bisognerebbe provare a dire come la vedevo
prima e come adesso la ... .
Ebbene! E' un parallelepipedo rettangolo che si distacca su - e' idiota. Non c'e' nulla da dirne. Ecco quello che si deve evitare, non bisogna mettere dello strano dove non c'e' nulla. Credo sia questo il pericolo, quando si tiene un diario: si esagera tutto, si sta in agguato, si forza continuamente la verita'."

Jean Paul Sartre, La Nausea, Einaudi

Friday, April 6, 2007

Park Slope [night]

Vento e gelo e subway R to Park Slope, Brooklyn. Birthday's party di un amico di S., B. Giovedi' sera.
Alla birreria locale con davanti un tipo che di lavoro vende apparecchi anti-stress e di hobby si fa tatuare le braccia da un giapponese.
Birrette e frammenti di dialogo. Ci raggiunge R. per esplorare i dintorni gastronomici, abbastanza ricchi.
Rimabalzati in due posti per cucina gia' chiusa o in procinto di chiudere (h.22.30) ... ah Brooklyn.
Ha patina e fascino ma gli manca sempre qualcosa.
Comunque felici di essere passati davanti al Blue Ribbon Sushi di Park Slope (ma non e' serata da sushi) scopriamo, grazie alla cameriera di uno dei due posti rimbalzanti, che next door al Sushi Restaurant c'e' pure la Brasserie.
La nostra Brasserie preferita, giusto fuori posto, a Brooklyn, appunto.
Che chiude ovviamente alle 02.00 (a Manhattan alle 04.00, comunque).
Ci fiondiamo dentro contenti.
Coolissimo. Appena troppo grande per fare i difficili ma cena impeccabile aperta dalla mezza dozzina di ostriche della East Coast.
Cab e back to the city, happy.

Wednesday, April 4, 2007

[Parentesi]

Il mio vicino, il dirimpettaio dall'altra parte del cortile, alle 11.32 della sera ha alzato a palla lo stereo. Beethoven. Cazzo che bello e' Beethoven? A quest'ora, inaspettato. Spero che non abbassi il volume e abbia il coraggio di andare fino in fondo.

Small things, but important ones

Oggi in studio Birthday party a sorpresa per la receptionist piu' cool della storia. novanataquattro (avete letto bene) anni. Quando e' arrivata nella cosiddetta "War room" (la sala delle riunioni tecniche, solitamente un magnifico bordello con tavole appese ovunque -che osservo sempre sbalordito per i dettagli costruttivi che tuttora non conosco al 95%- e campioni di materiali sparsi. Sembra appunto un campo di battaglia) ha detto: ho sospettato qualcosa ma poi ho pensato che il via vai fosse per I.M. (90, il 25 Aprile) che li compie in questi giorni ... e poi non mi avete mai fatto la festa in 50 anni!. Si stappano le bottiglie e lei: e la musica?
Seguono i soilti brillanti discorsi dei partner e lei: mi tengono perche' cosi' si sentono giovani ... Harry? un bambino! (81).
Chapeau anche per tutti i dolcetti che ogni venerdi' mette a disposizione di tutti sul banco della reception, ideali per curare gli hangover delle nuove leve. E tutte le volte che vai al desk un commento: you should try this one. That is good. e cosi' via.

Al supermercato del Village big change: hanno cambiato i cestini per la spesa (i carrelli no). Sono molto meglio e si dividono in due categorie: uno tipo trolley e uno profondissimo a mano (ho optato per quest'ultimo. quello con le ruote non ho ancora capito se e' cool o se e' per nerds). Grande dibattito tra i locals sulla questione con sorrisi ed entusiasmi che mi sono sembrati un po' eccessivi. Io sono uscito felice comunque con la scorta di Chocolate Chunks e l'opzione cash back (ci vuole tanto? uno paga con il bancomat e gli chiedono se vuole anche un po' di cash indietro. 40$ thanks). Solo un po' inquietato da un tipo albino con la barba (un inedito per me) che staziona ai tavolini dopo le casse. Non ha ancora finito di scrivere, Scrive su tutti i supporti possibili dagli scontrini alle paper bag. Avra' un blog?

Monday, April 2, 2007

Fischi come madeleine

da queste parti e soprattutto a downtown molti chiamano il taxi (cab, per i locali; che poi pero' se lo chiamano a squarciagola per strada torna ad essere "taxi") con un fischio perentorio.
Per quindici mesi circa ad ogni fischio qualcosa ha reagito dentro di me: una scossa di piacere, un po' di batticuore e una sensazione di liberta'.
Oggi per la prima volta, all'ennesimo fischio, ho messo a fuoco la sensazione.
Ho dovuti fare rew <<< un paio di volte per capire.
Per una parte di me quel suono e' ancora il fischio con il quale mio papa' richiamava all'ovile il sottoscritto e il fratellone mentre eravamo a scoprire un nuovo universo, fatto di campi e di boschi.
E le parole che non raccontavano mai tutte le emozioni della scoperta, quella felicita' e liberta' mai piu' provate.
E adesso quei fischi qui a nyc son come madeleine.
Quelle emozioni rimangono, non vanno a male.

[questa e' una versione ridotta del post originale. il post originale era gia' stato scritto gia' due volte per lo stesso motivo. tento di editarlo dopo la pubblicazione e blogspot impazzisce e si mangia mezzo post cosi', senza colpo ferire. Tutto quello che segue rew <<<, sceglie pure bene. C'era un errore nel finale. Le cose che non vanno a male. Per correggere cio' ho ridistrutto il post ...]