Monday, October 12, 2009

Weekends in giro [post-it style]

lo scorso weekend alla fiera del libro d'arte al P.S.1 per poi atraversare tutta Long Island City a piedi per arrivare al sempre fighissimo Noguchi Musem [e Socrates Park che ho scoperto solo in questi giorni essere stato creato da mark di suvero], sognando di trovare ancora una fabbrica disposta a diventare la nostra dimora ... mmh sogno impossibile, I know. E a chiudere il solito patio del ristorante greco ad Astoria.
Questo weekend di ritorno in Connecticut da amici: un bellissimo museo, grandi penniche, grandi vini ed io a cucinare come un pazzo dal carre' di costine di maiale alla zuppa di pesce.
Pomeriggio "cuscinetto" al Village con early dinner da Ippudo [*].
Altra certezza.
Come la voglia di un tavolo di legno massiccio gigante e una libreria con tutti i nostri libri.
Le scoperte del weekend sono state nell'ordine: Edward Tufte [*], gli arredi disegnati da Donald Judd [*] e il liquore St Germain per cocktail a base di champagne [o Prosecco] [*].
Vado a letto distrutto alle 9.30, pronto a inziare una settimana di battaglie in terra turca [e non solo].

Friday, October 9, 2009

Post-it/1

qui si lavora decisamente troppo e non faccio piu' in tempo a cazzeggiare per bene, nemmeno on-line. Work work work. Fuck fuck fuck.
Una delle cose geniali lette di recente al volo che incollo qui, piu' che altro per me (che condivido in pieno):

What About living in New York annoys you these days?
People not being happy with my phone because is not as cool as their phone, or they have some feature that I don't have and they're always showing me, "Oh, my phone can do this" and "my phone can do that"

Genio. Jerry Seinfeld al NY Magazine [*], [letto via Guia Soncini]

Saturday, October 3, 2009

una citta' "on wire"

qual'e' il senso di questa citta', voglio dire, chi puo' dirlo?
Io so solo, nel mio piccolo, che tutti fanno equilibrismi.
Una citta' sul filo dove ognuno decide a che altezza porre il filo; chi un po' piu' in alto, chi un po' piu' in basso, ma alla fine il senso dello stare qui e' questa sensazione di camminare sul filo.
dopo un po' tutti mollano. il posto "sicuro", la casa grande, i figli, gli amici, la famiglia.
come i petali di un fiore gli amici se ne vanno uno ad uno.
quelli che restano scelgono a che aletzza mettere la corda, quanto rischio vogliono prendere nel continuare a giocare.
ci sono poi quelli che si mettono in un angolo e spariscono a poco a poco risucchiati dalla vita "local" del sobborgo, tagliando i ponti a uno a uno.
non fa per me. la corda la lasciamo alta e al massimo ci passiamo sotto con un sorriso e ci dedichiamo al vino e alle colline.
la deriva lenta e' noiosa.
e dico questo dopo una serie di belle serate tra party, Metropolitan Opera e Yakitori Totto.
Mica pizza e fichi.