Thursday, June 28, 2007

Certa gente

riesce a far diventare anche Niuok una piccola citta'.
Incredibile, no?

Tuesday, June 26, 2007

Leaving Manhattan by boat



is always cool. Stavolta si andava al b-day di A. in quel di Red Hook, Brooklyn. E il modo piu' veloce da Wall Street e' quello di prendere il water taxi per 6$ e godersi lo spettacolo dei grattacieli che sembrano muoversi. Scendere al molo tra i capannoni ed aggirarsi sperduti in una frontiera urbana e' un'esperienza notevole. Red Hook e' uno dei nuovi luoghi "cool" o in procinto di diventare tale della Grande Mela. Noi siamo per il procinto, per ora. Qualche modellina, qualche mamma alla moda, un paio di artisti li abbiamo visti. In mezzo a molti personaggi "coloriti" con sottofondo di musica Hip Hop a volume spaccatimpani con contorno di montagne di immondizie inquietanti. C'e' da dire pero' che certe ruvidezze, certi contrasti ed anche certe paure indotte dalla strada, riportano un po' alla vera New York, a quel covo di anticonformismo, creativita' e liberta'. Che era e non e' piu'. Schiacciata da investment bankers, avvocati rampanti, commessi alla moda e non, brokers, borghesucci assortiti in perenne gita di piacere ed al contempo eternamente frustrati.
Ma una risata li [ci] seppellira' tutti e NYC risorgera' dalle sue stessi ceneri, da qualche parte la' in periferia.
Mentre noi sfigati saremo troppo impegnati a strisciare le nostre carte di credito per accorgerci del cambiamento.

- Credit or Debit?

Saturday, June 23, 2007

Del Sabato perfetto



si andava a strappi in 'sti giorni come spiegato di la'. un continuo oscillare tra diverse possibilita' con la consapevolezza del tempo che stringe, nel mentre. in piu' amici speciali mi raccontavano di cascine da condividere [che e' sempre stato uno dei sogni nel cassetto] mentre altri si recavano a Coli a godersi il panorama, i giornali e i panini con la coppa [col bianchino, please]. i "vecchi" in sardegna e il fratellone probabilmente a godersi le colline e il buon cibo.
insomma dopo i weekend folli dei party c'erano tutti gli ingredienti per un po' di nostalgia.
e invece.
e invece salta fuori il sabato perfetto che spazza le nubi.
colazione lenta con la piu' bella del mondo in barettino francese su west bleecker con un cielo azzurro che esiste. vento.
segue rasatura dei capelli e partenza per central park dove ci aspettava lo zio d'America. viaggio tortuoso come lo puo' essere solo una subway ride a nyc nel weekend con tappa involontaria sulla 125, per intenderci. ma dopo lo zio e' li' ad attenderci con salviettoni, frutta e pretzel da onorare su un prato tra sole e ombra. chiacchiere, decisioni, logistica e sprazzi di autentico buonumore. tappa nella dimora dello zio con parentesi i-tunes e poi una macchina che ci viene a prendere con sopra S., P. e A.
Direzione Upstate NY.
Dove ci aspetta H. che ha voluto invitare F. ad una sushi dinner prima della sua ripartenza [ma torna].
Ristorante dall'apparenza normale normale ma con uno chef incredibile reduce da 15 anni nel miglior [oltre che piu' caro in assoluto] sushi restaurant della citta'.
H. ha orchestrato con lo chef una sequenza memorabile. Antipasti a scelta [io yam e tonno, F. anguilla su insalata di cetrioli marinati] e dopo sequenza di sashimi [tre pesci diversi, mi ricordo solo il fatty tuna] e di sushi [che ha incluso classici come yellow tail e rari pezzi come un red snapper giapponese. partendo dai gusti delicati per finire a quelli robusti e indimenticabili come le seppie marinate, il pesce azzurro e lo sgombro. gran finale con gambero crudo incredibile e sushi di manzo. a chiudere le teste fritte dei gamberi usati per il sushi. lacrime]. il tutto inaffiato da birra e sake rigorosamente freddo. te verde e un ultimo passo a casa di H. per un altro te e due chiacchiere anche con la sua bellissima famiglia. intorno un silenzio impensabile a manhattan.
a mezzanotte il ritorno nel magnifico caos.
gente e sirene.
un sabato perfetto, peccato solo per un orecchino che si e' nascosto chissa'dove.

Sunday, June 17, 2007

Party animals


dopo una settimana intensa con tappa a madrid (una notte in volo e una notte la' ... crazy schedule) ... e gia', ancora un party. non ci fermiamo piu'. comincio a preoccuparmi. stavolta l'abbiamo organizzato come italian mafioso trio (I.,J. e il sottoscritto). a casa di I., o meglio su nel roof terrace al 13esimo piano con vista della statua della liberta' e del WTC. Al tramonto, come recitava l'invito. Io e F. abbiamo preparato delle prugne ripiene con noci o gorgonzola e avvolte nel bacon. poi passate in padella con un po' di ron pampero aniversario (yes, madrid duty free). molto buone devo dire e apprezzate. I. dal canto suo aveva ordinato un paio di pound di prosciutto crudo, fichi neri deliziosi, olive nere e mozzarelline, grana. non ci siam fatti mancare niente insomma. alle 23 si doveva sloggiare ma J. ha invitato tutti a casa sua ... come nei film. ancora musica, dj I., danze e balli, chiacchiere e birrette fino a tardi tardi. per me, F., I. e J. pasta al pomodoro alle 3, deliziosa. cab e letto.
oggi pranzo improvvisato in un ristorante brasiliano con L. e N. Io e F. poi su un prato sul fiume con una coperta fino al tramonto. Leggendo e dormendo. Senza fumare.
That's life.

Monday, June 11, 2007

Portraits in Midtown (East)


The Last one at Jefferson

di party. 50 invitati circa. sabato giornata pesante iniziata presto e finita presto, di domenica. alle 5 circa.
spesa con S., ormai ex-chef del Jefferson, al Farm's Market di Union Sq e a Whole Food.
Io e la F. assistenti allo sbaraglio. F. in charge anche per le decorazioni del locale, al volo.
Cucinare per 50 del cibo serio non e' uno scherzo nemmeno se c'e' uno chef pro.
Menu impegnativo: bruschette con pate' di olive e capperi e pomodori; pasta al pesto fredda (io e F.) e poi lo show serio con stufato di calamari e gamberi; noodle con filetti di pesce, capesante, latte di cocco e curry; filetto di manzo avvolto in parma passato in padella e finito al forno e servito su letto di due tipi di rape asiatiche e due salse (la fredda-verde: piselli, menta, roquefort, limone. la calda-marrone: cipolle, parma, sherry, aceto, brodo di pollo. filtrata).
io ho aiutato a cucinare un po' tutto e me la son cavata bene calcolando anche la penuria di strumenti e le indicazoni in inglese.
poi si e' passati alle danze e ai drinks, pure troppi.
la domenica l'abbiamo passata in casa a dormire, uscendo solo per un brunch alle 15.30 al blue ribbon di bedford street.
So nice to be hangover in New York City.

Friday, June 8, 2007

Consigli per gli acquisti

Nike DayBreak. Vintage Nike Running.
Sono scattato in bici dallo studio e sono arrivato a Tribeca col fiatone.
Due negozi soltanto le vendono a NYC in numero superlimitato.
Ora ce le ho ai piedi. Sono soddisfazioni.
Dopo aver lisciato le Puma Vilas (consigliate a P.) mi sono rifatto alla grande.

Please curb your god

La frase, geniale, del titolo invece l'ho letta su un adesivo attaccato ad un semaforo del Lower East Side.
Chapeau.

Wednesday, June 6, 2007

Charlotte alla ratatouille

stasera a piedi dallo studio su per la west broadway mentre F. faceva la spesa per cena. io dovevo occuparmi del vino, secondo gli accordi. ma dovevo anche ruminare un bel po' da bravo ragazzo mucca (m. serra). ieri notte qualche incubo strano. tipo comprare una casa orrenda per 1.000 euro da un'amica a s.nicolo', frazione di piacenza, con la mediazione della mamma, la mia. con il solo obiettivo di metterci dei libri. e con fuori inquietanti extra-comunitari incazzati che volevano espropriarla. e fatti secondari altrettanto inquietanti. boh. conseguenza dell'incubo un po' di insonnia curata con della limonata fredda (indispensabile per la Pimm's Cup, cosa pensavate?) e con delle letture ovviamente. questo libro, dialoghi di architettura, dove si parla di studi quasi "mitici" di milano. tra i quali quelli di albini, gardella e magistretti. con aneddotti commoventi. poi arrivato in studio una lettera della mamma, della zia e firmata pure dalla nonna. e poi una mail dal relatore della tesi di dottorato piena di aperture. insomma tutto insieme, un po' di nostalgia. ruminare. ruminare. lungo la west broadway. per poi fermarsi al mio wine store preferito on chambers street. con una vetrina di vini rose' da applausi. quindi il sancerre previsto piu' uno sconosciuto chinon rose' rivelatosi ottimo per accompagnare la preparazione della cena. Che era appunto, vedi titolo, charlotte alla ratatouille. un timballino di melanzane e verdure servito con pate' di olive casalingo. tutto ideato dalla F. accompagnato dagli avanzi di ieri sera, un gateau di patate, prosciutto e mozzarella a temperatura ambiente. ruminando, ruminando, sorridendo e discutendo con la mia F., l'abbiamo portata ampiamente a casa anche stasera con mille altri progetti. Poi ripensandoci, Luna Rossa ha perso 5 a 0. Miuccia e Tronchetti tristi a casa, cosa chiedere di piu' in fondo? Una sigaretta? No grazie, ho smesso. Fuck

Sunday, June 3, 2007

Sprazzi di felicita'

Piove e l'aria e' finalmente fresca.
Mi son mangiato le polpette avanzate in umido con i piselli.
La mia nuova super bici ha adesso un parcheggio di lusso nel basement ed e' legata ad una enorme pipe (tubo).
Per tutto cio' devo ringraziare quella strana creatura del Super del mio building, tal Carlos Lugo. E me stesso per l'insistenza.
D'altronde non era comodissimo entrare in casa tutti i giorni e mettere la bici sul pianerottolo per poi rimetterla in casa quando uscivo.
Ho comprato il nuovo numero di Monocle.
Ho preso un aperitivo con un'amica arrivata da Milano.
Su Skype si fanno tanti incontri e riscopro facce un tempo amiche.
Ieri ho chiamato i due bambini piu' belli del mondo per fare loro gli auguri. Cioe' io volevo farli solo ad Apo ma poi c'era anche Isa e avevo lisciato anche il suo, d'altronde.
Cazzo che zio discutibile. Pensiero persistente.
"sento" i 34 e i capelli che se vanno inesorabilemente.
Ma poi faccio due conti e c'e' da essere felici, per lo meno a sprazzi.
Continuo a non fumare e mi fumerei la F., qui di fianco.
Domani si torna in trincea, al lavoro ma io andrei al mare vicino ad un faro.

Scalfari, globenglish e scorpioni

premessa: volevo scriverlo da qualche settimana ma, si sa, il tempo e' tiranno. oggi il clima e' sospeso tra il nuvoloso andante e il piovoso. quindi ho un po' di tempo per "scaccolarmi".

Lo Scorpione qui diceva la sua sulla lingua della rete, cosi' criticata dal vate Scalfari [e qui aprirei una parentesi sugli anni belli e dannati durante i quali si leggeva Scalfari la domenica mattina su Rep e si aveva fretta di condividere l'analisi del grande vecchio]. Scherzosamente esortava il grande vecchio a vederla come una fase che apre ad un mondo nuovo, una nuova forma di comunicazione (allargata) da riempire di contenuti.
Mi sono andato a cercare l'articolo di Scalfari che e' qui.
Leggendolo con calma non posso che concordare ancora una volta con lo Scorpione.
E in piu' vorrei aggiungere che un contributo all'imbarbarimento dei costumi linguistici e' dato piu' che altro dai siti web dei giornali italiani, incluso quello di Rep.
Per quello che riguarda la lingua italiana.
Provate a confrontarli con le altre testate giornalistiche del mondo occidentale e noterete le differenze.
Quelli de noantri non sono che poveri sommari digitali e sbiadite copie del giornale cartaceo.
Ogni morte di vescovo (da anni non lo dicevo ... come si dira' in globenglish?) c'e' un articolo con una firma.
Prendete il New York Times. Ogni articolo ha una firma.
E soprattutto ogni articolo del New York Times ha una funzione stupenda. Se incontrate una parola che non conoscete basta farci sopra un doppio click. E si apre una finestra con la definizione del vocabolario e l'audio della pronuncia (piu' una serie di opzioni).
A me sembra geniale e al tempo stesso un piccolo passo per educare noi masse ignoranti, noi emigranti.
E per iniziare a parlare english e non globenglish.
E Rep e la stampa progressista (ops, democratica?) italiota cosa fa in questo senso oltre a lamentarsi da un attico con vista su Roma?

Delle polpette e di altre storie

La settimana e' scappata via veloce sulla scia del b-day party.
A caccia di Puma Vilas (ancora infruttuosa, mi tocchera' acquistare on-line) nel LES e facendo tappa ovviamente allo Schiller's.
Siamo pure passati per ben due volte dal nuovo Whole Food su Houston Street. E devo dire che ho cambiato un po' idea. L'ho sempre considerato sopravvalutato e caro e, nella sua sede originaria di Union Square, comunque sempre troppo affollato. Il negozio-supermercato su Houston e' enorme e fornitissimo e non c'e' mai troppa gente. La selezione di pesce-carne-verdura e' notevolissima e i prezzi onesti. Whole Food quindi promosso, finally.
Venerdi' sera siam passati al MET per vedere le sculture di Franck Stella sulla terrazza del Museo: la vista rimane la cosa piu' bella. Pero' ottima passeggiata nella rinnovata sezione africana e in quella moderna a riscoprire Bacon, Chagall, Matisse, Brancusi e Boccioni. Tra gli altri.
Tappa a Korea Town on the way back per un sano barbeque con S.
E ieri? Beh eccoci al titolo. Ieri ... polpette.
Abbiamo cucinato per 4 ore [!!!] preparando un centinaio di polpette di due tipi: le tradizionali padane (patate bollite, macinata di manzo passata in padella, prosciutto cotto, grana, uovo, prezzemolo, aglio) e le esotiche con influenze sicule (macinata di manzo fresca, grana, uovo, pane ammorbidito nel latte, aglio e prezzemolo). Le tradizionali semplicemente fritte. Le esotiche invece finite con l'agrodolce (aceto di lamponi) e con bucce di arancia e uvetta caramellate.
Alle 9 di sera ci siamo catapultati su un cab carichi di polpette per andare a Fort Green, Brooklyn, dove R. e la sua amica ballerina ci aspettavano per cena (sorseggiando campari e soda).
Abbiamo servito le polpette a temperatura ambiente accompagnandole con cappelle di funghi Portobello e con vini bianchi notevoli (Sancerre su tutti).
Alle 2, sfiniti e contenti, abbiamo trovato un taxi sottocasa di R. che ci aspettava. Per 11$ ci ha riportato sull'isola di Manhattan.
Brooklyn e' un'opzione che mi attira per il futuro.