Saturday, February 24, 2007

3 .. 2 .. 1 ... Start!

La corsa del Sabato mattina per le due lavatrici del mio building l'ho vinta io.
Sono soddisfazioni, non scherziamo.

Wednesday, February 21, 2007

Notte


Ho un sacco di idee al mattino ma non ho mai voglia di partire cosi', scrivendo un post. Sono sempre di corsa, in ritardo e sono affezionato alla sequenza lattecereali-caffe'-paglia-doccia.
Ho letto sul NYTimes di un musicista che ha fatto un disco jazz ispirato ai quadri del Moma e avrei un gran caccola da tirare in proposito. Da tempo, peraltro.
Sono stato anche al Consolato italiano per l'iscrizione all'Aire e li' ho visto partire inavvertitamente un mezzo porno sulla tv della sala d'aspetto che ha indignato le signore presenti con prole al seguito. Un solerte appuntato dei carabinieri in trasferta su Park Avenue ci ha salvato l'onore spegnendo la tv e dando una magnifica giustificazione: era un canale americano, mica ce lo aspettavamo.

Poi arriva la sera in un attimo, notte. Le vie del Village sono costellate da Deli con le vetrine illuminate piene di fiori e le scritte al neon degli ATM (bancomat) che sono le lucciole di questa citta'.
Giusto il tempo di arrivare a casa e di vedere che sul tavolino di Paul Auster c'e' il mio pacchetto di Amazon. Uno dei DVD e' arrivato. PTU (thanks Hal).
E domani si ricomincia.

Sunday, February 18, 2007

Bad idea

Andare a provare a fare il Dim Sum il giorno del Capodanno Cinese.
Da tenere bene a mente.
Tra l'altro inizia l'anno del maiale ed io lo prendo come un buon auspicio. Anzi, ottimo.

Tribe

J.'s birthday party, ieri sera, sabato. Tutto nell'East Village. Cena giapponese da Ebisu e tavolo al Tribe. Grande dj all'opera (un incrocio tra Boy George e un punk stagionato, qui il suo website [*]), alla vecchia maniera con i vinili che mi hanno commosso.
I vinili sono sensuali.
Dovremmo tornare tutti al vinile, un giorno.

Il nuovo occhio


President's Day Sale, man

Thursday, February 15, 2007

Raw, tough and rough

Fa freddo in questi giorni. C'e' la neve. Un grado in piu' di difficolta' per la vita peraltro gia' ardua dei niuorchers. C'e' pure il vento.
Ti senti vivo.
I giorni volano sempre qui e cosi' le settimane, i mesi. A detta di molti, anche gli anni.
E' un susseguirsi continuo di cose,avvenimenti, storie.
Incessante. Martellante. Nevrotico.
Bisogna stare sempre in una citta' in grado di sublimare le tue nevrosi.
L'ho sempre pensato.
Ci si riduce come animal (Lou Reed o L.B. Alberti fate voi), si arriva a ridurre tutto al minimo.
Sveglia - lattefreddocerealicaffe'paglia - cagata (e qui bisognerebbe aprire una lunga parentesi. A NYC non si caga, si esagera) - doccia - denti - vestizione - freddo - camminata - subway - libro - ipod - camminata - studio - email - lavoro - riunioni - telefonate - pranzo(just a soup?)- paglia - email - lavoro - riuinioni - telefonate - subway - cinema/locale/drinks/dinner/evento/internet.
Da capo. Si ricomincia.
E cosi anche il weekend. Senza fiato con l'incombenza della laundry.
Poco spazio per la raffinatezze, anche l'abbigliamento e il linguaggio si adeguano.
Ho smesso di farmi la barba.
Quei dieci minuti son preziosi.

NYC e' raw, tough and rough.

Per questo mi piace, non e' certo rose e fiori.

Monday, February 12, 2007

Queimada!

Dopo un pigro pomeriggio di cazzeggio e lento lavoro da casa, sono uscito e l'aria fredda mi ha messo di buon umore. Ho comprato TONY (Time Out New York) e come sempre ho scoperto infinite possibilita'. TONY mi ha confermato che gli omaggi a Morricone non sono finiti con il concerto a Radio City Hall (con musiche da lui dirette in persona) e con quello all'ONU. Ci sono rassegne e omaggi un po' ovunque per la citta', dal Moma al mitico Film Forum quasi sotto casa.
Stasera c'era Burn! (Queimada! in portoghese -che significa appunto bruciato- il titolo originale) di Gillo Pontecorvo con Marlon Brando. Ci sono andato organizzando tutto in diretta (compreso un risotto a casa al volo) con il fidato R. . Ottimo film, ottime musiche e uno straordinario Marlon. Ho pure scoperto che ieri sera mi sono perso la Battaglia di Algeri (pero' a casa mi son riguardato Paris, Texas di Wenders).
E pero' arrivano i film di Sergio Leone. Can't wait

Sunday, February 11, 2007

New York - Los Angeles

Dopo l'interessante confronto tra NYC e Londra, e' il turno di Los Angeles per il New York Sun.
Qui il link [*] della rubrica.

E' a mio parere ancora piu' interessante del precedente perche' piu' radicale, in quanto tutto spostato in campo americano.
Mentre prima si trattava di due realta' (per alcuni addirittura si tratta di una sola realta'; gli stessi che parlano di prima metropoli transoceanica)in qualche modo complementari, ora si tratta di confrontare gli opposti con il minimo comune denominatore dell'America (notare la raffinata punta di ironia).
New York e' la sua fondazione europea, il primo approdo dal Vecchio Mondo, la griglia, la densita', la diversita', i grattacieli, la subway e i pedoni. E' forse il modello piu' evoluto della nostra (mia, sicuro) citta'.
Los Angeles e' tutto l'opposto. E' il West con le sue infinite possibilita', l'individualismo spinto, la macchina e il sole. Il mare e il surf. Le Motorway e le Highway a sei corsie e con il sorpasso libero (a destra e a sinistra). Le villette. E' la sprawl city che diventa realta' sullo sfondo di Hollywood. E' una enorme, scintillante e maledettamente seducente conurbazione.

Saturday, February 10, 2007

Saturday

Dopo una settimana intensa tra lavoro, cene di lavoro e cene di piacere (l'ultima ieri sera con la fedele compagine asiatica, linguine con bottarga a casa S., lunghe discussioni, cao ila, e tutti a casa) finalmente il sabato del cazzeggio.
Risveglio lento ritmato dalle telefonate della topa e da casa.
Pulizie.
Piano di azione: comprare una o due seggiole in legno in qualche scalcinato negozio del LES.
Doccia.
Luce bellissima, cristallina. Freddo.
Senza pensarci mi ritrovo ad attraversare Washington Square Park per poi risalire su fino ad Union Square. Mercatino biologico. Mi ci perdo tra costolette di agnello e verdura, avvolto dal profumo dell'Apple Cyder caldo.
Punto alla B&N, mi arrampico al terzo piano, prendo Casabella, Abitare e Domus, chiedo un Grande Coffee e mi metto a caccia di un tavolo. Trovato, in condivisione con forse la cinese piu' brutta della citta'. Passo due ore a leggere. Vado di sopra, cerco qualcosa da comprare, cambio idea 53 volte ed esco a mani vuote. Mi rifaccio comprando 4 pere biologiche nel buio.
Riattraverso il Village. Mi arrampico su a casa.
Un filo di nostalgia mi attraversa.
Penso e ripenso a quanto letto qui [*].
In quelle parole c'e' una dolcezza che sento anche mia.

Ah e niente LES, niente seggiole. Bisogna essere tanto intelligenti da fare dei piani per poi disfarsene.

Wednesday, February 7, 2007

The Lives of Others

L'ho visto stasera su in alto, in un cinema sulla 34esima. Sapevo soltanto che e' uno dei candidati all'Oscar per il miglior film straniero. Un film tedesco.
Semplicemente splendido. Potrebbe essere visto come un film sul passaggio avvenuto in Germania Est tra regime socialista e democrazia (unificazione). Ma cosi' potrebbe suonare un po' "pacco".
Avviene li e in quel momento ma quello e' lo sfondo sul quale ruota magistralmente la vicenda. Che e' umana e parla di passioni, amori, libri e liberta'.
Un intreccio mai banale e con un dolce, gustoso, intelligente e commovente finale.
Un cast di attori bravissimi e a me sconosciuti. Su tutti, Ulriche Muhe (l'ho cercato in Google).
Insomma, un film da vedere e da godere.
Qui qualche immagine del film (non si potevano scaricare). [*]

Siamo poi finiti a mangiare BBQ coreano. Sai, sei sulla 34 dove altro vuoi andare se non a KoreaTown?

Sunday, February 4, 2007

Carla Bruni

Il New York Sun di venerdi' ha dedicato una bella pagina all'interno della sezione Art&Letters a Carla Bruni e al suo nuovo (secondo) album. L'articolo e' ora disponibile on-line [*].
Nota per la bellezza e i fidanzati celebri (Jagger-Clapton-Trump ... dal migliore al peggiore) la ex-modella sta ritagliandosi nuova notorieta' grazie al talento e ad una inaspettata evouzione.
Da apprezzare. Il primo album mi era piaciuto molto grazie al francese dei testi ora abbandonato per l'inglese causa l'ardita scelta -non inedita in assoluto- di mettere poesie in lingua in musica (E. Dickinson, W.B. Yeats, D. Parker, W.H. Auden ...).
Appena lo ascolto vi faccio sapere.

Saturday, February 3, 2007

AABB (Alto Alto Basso Basso)

Un blog deve avere ritmo. Quindi dopo i primi due veri post, che seguono la dedica, "alti" (presunti tali) prima lo sterminator e adesso perle di vita quotidiana con finale all'americana, "bassi".
Esco per fare la spesa e decido di trattarmi bene. Quindi mi dirigo verso Citarella su 6th Avenue (e 11th Street), dopo un abortito tentativo di laundry. Arrivo e improvviso un po' di spesa random. Prendo un sacchettino dal mazzo vicino a una bellissima coppia di vecchietti supernewyorker. Me ne rimangono in mano ovviamente una dozzina. Tento di riparare il danno provocato infilando gli 11 sacchetti inutili sul gancio. La vecchietta mi guarda divertita sorridendomi. Mi sento in dovere di spiegare: "they were too many ..., sorry". Lei mi schiaccia l'occhio (da quanto tempo qualcuna/o non vi schiaccia l'occhio? Ho come la certezza che sia passato di moda) e con aria complice: "I won't say anything, don't worry". Mi scappa da ridere e me ne vado soddisfatto. Ovviamente la spesa lievita ripsetto alle reali necessita'. Arrivo alla cassa e realizzo di non avere il portafoglio. Bestemmie e scuse, chiedo di tenermi li' la borsa che torno in 20 minuti. Casa, altre bestemmie, portafoglio. Pago e esco. Mi fermo alla Pharmacy e vedo una imperdibile offerta in vista del Superbowl di domani. 12 Heineken a 12.99. Quasi come un "six" (come chiamano la popolarissima confezione da 6 birre). Acquisto. Il tipo alla cassa: "Only this? And what about your friends? This is just enought for you ... It's Superbowl weekend maaan!!".
Eh gia' domani e' Superbowl. Colts-Bears. So American.

Sterminator

Oggi e' sabato. Un sabato al mese e' il giorno dello sterminator.
Un pazzo pakistano urla delle cose incomprensibili su per le scale. Bussa a tutti e suona i campanelli. La prima volta che gli ho aperto la porta, svariati mesi fa mi sono trovato davanti questo omino in divisa con una specie di bottiglia per il selz. Un selzer si dice, forse. "What's that?". "Sterminator". "So?". Veleno, per tutti gli essere viventi indesiderati. Tutti. E dove lo metterebbe? Cucina e bagno. Ah. Ma si fa? "Is it common?". "Yeah you have to ... you know what I mean?". No ma mi fido. Pompa un po' di pressione nello strano aggeggio e spruzza tramite tubicino un po' di veleno negli angoli di cucina e bagno. Firma della ricevuta e arrivederci (questo almeno non mi caga nel bagno a tradimento).
New York e' un po' cosi' talvolta.
Ruvida, dura. Ruspante.
You know what I mean?

Stanze


Un giorno scrivero non dei miei Musei preferiti ma delle mie stanze preferite all'interno di ogni Museo, meglio se di NYC.
C'e' la sala al MET con Brancusi e Boccioni sulla quale tornero'.
Gli splendidi Brancusi ci sono anche al Moma.
Ma le migliori sale sono quelle che ti trovano senza che tu le stessi cercando.
Che poi era quello che diceva Fellini dei suoi film.
Se li cerchi non li trovi.
Se ti metti in viaggio sono loro che trovano te, come delle stazioni che incontri.
Andando al Moma per vedere la mostra sul progetto CCTV di Oma (ma quanto e' grande questo edificio? Cioe' avete realmente capito la scala di questo mostro? E quanto e' brutto l'edificio ausiliario al suo fianco?) a Pechino mi son ritrovato con R. a vagolare per le sale del Moma.
Brancusi appunto.
Ma inaspettata, dietro l'angolo ecco la stanza dei Matisse.
A fianco dei piu' conosciuti, e a mio parere meno interessanti lavori, almeno tre masterpiece. Capolavori. Come quello che metto qui. 1914 per capirci. Lirico, sensuale, astratto ma soprattutto radicale, estremo. Emozionante.
Si chiama Notre Dame, e' appunto del 1914 ed e' appeso li' al Moma.
Non preoccupatevi, vi trovera' lui.