Tuesday, November 18, 2008

Interludio - Japan Obsession

Dopo una grande lecture by Adrian Geuze alla Cooper Union ancora Japan. Tappa al Sunrise market su al primo piano, giu' in strada e poi ancora su all'Isakaia di fianco per yakitori e pitcher di kirin, per poi chiudere all'Angel's Share perche' no. Tutto Japan. Decisamente in Japan Mood anche forse grazie a "Leleganza del riccio", consigliato l'anno scorso [il tempo vola] da Grosrat. Letto e finito.

4 cosette su Obama scritte cosi’ di getto e piene di parentesi [2/4]


La campagna elettorale per le presidenziali americane e’ stata la prima campagna realmente globale, anche perche’ ampiamente supportata da Internet. Cio’ ha avuto delle conseguenze nel modo di comunicare dei candidati e nel modo di raccontarle dei mass media. Obama ha capito la posta in gioco ed il ruolo dei fattori esterni alla contesa ed ha agito di conseguenza, vincendo. Ha capito in anticipo cosa stava succedendo. I repubblicani no [sia nella scelta del candidato che poi nelle strategie del candidato prescelto e relativa vice].

Saturday, November 15, 2008

Interludio - Tokyo Bar

Grazie e a I. e J. ho scoperto il Tokyo Bar.
Se avessi letto Monocle l'avrei scoperto anche da solo [*].
Posto notevole e ottimo Menu.
Website cool e challenging [*]

Saturday, November 8, 2008

4 cosette su Obama scritte cosi’ di getto e piene di parentesi [1/4]

il gioco sembra essere quello di capire chi per primo ha scoperto il fenomeno Obama. Il Foglio spara un 4 Dicembre 2004, articolo che mi era sfuggito non essendo un lettore assiduo del medesimo [*].
Che, devo ammettere, non e’ male. Pero’ in quel periodo io [noi] ero qui a NYC, e precisamente a Gennaio 2005 [cazzo, un mese di differenza] mi ero ritrovato con la mia dolce meta’ ad una cena un po’ improbabile nella parte figa del Greenwich Village a casa di una collega; il marito della collega dopo svariati Jim Beam [*] on the rocks [Panpot e Xyzal ricorderanno qualcosa di simile … prima della mia confessione di matrimonio in vista] si era rivelato un fervente democratico –oltre che un architetto discutibile, nonostante il successo professionale che riscuoteva [q sfiorata] al tempo- e aveva detto la sua con sguardo rivolto verso l’infinito: il prossimo presidente sara’ afro-americano ed il suo nome e’ Barack Obama … e’ il candidate giusto … e’ l’unico che ha una visione [vision] e ha appena fatto un discorso indimenticabile. Io della serata ho anche una prova materiale: un ombrello rosso. Che ho rubato dal mazzo degli ombrelli dei convenuti alla fine del dinner-party [pioveva], dopo svariati Jim Beam con il tipo. Lo uso ancora adesso ma non so se vale come prova dell’aneddoto. Ci provo e chiedo l’omologazione. In sintesi mi darei una medaglia d’argento ben davanti a Luca Sofri [che, lemme lemme, dopo la Direzione del PD raggiunge anche il ruolo di editorialista dell’Unita’; mica male per uno fuori dei giochi] che a Condor ha dichiarato di aver parlato di Obama nel 2006 o giu’ di li’.

Wednesday, November 5, 2008

Yes, we made it

dedicato ai poveri di spirito e ai duri di cuore;
dedicato a tutti quelli che non ci credevano e che adesso "ci ho ho sempre creduto" (si, ci sono anche qui);
dedicato a chi non avuto coraggio, a tutti i cacadubbi, a tutti gli scaramantici, a tutti quelli che "alla fine un nero non lo votano ma si vergognano a dirlo nei sondaggi";
dedicato a quelli che erano per Hillary e che "paura il fattore Clinton che pesera' un casino sulle lezioni";
dedicato a quelli che "questa crisi favorsice Mc Cain" e tutti quelli che si improvvisano analisti e a tutti gli analisti seri.
Dedicato a tutti i gironalisti del Foglio, in particolare ad uno ma nessuno si senta escluso;
dedicato a quelli che "la mossa Sarah Palin e' azzeccata mentre Obama doveva mettere Hillary e non Biden".
A quelli che l"Ohio e' decisivo, etc etc"

Alla fine e' la solita vittoria di chi vuol provare a cambiare un po' le cose, di chi ci crede, di chi si lancia.
E' la vittoria di chi non ha paura, nemmeno di vincere.
E ora lasciamo spazio ai fiumi di retorica della stampa ufficiale.
Ma stanotte no che qui si respira un'aria, ma un'aria che e' buona davvero.


Sunday, November 2, 2008

A very, very long week


Una settimana lunga e corta allo stesso tempo. Intensa. Il corvo in visita con P. & C., Martini e bistecche, hamburger, chiacchiere e passeggiate di notte. Due o tre stagioni in una settimana: pioggia, vento, freddo, sole, caldo e poi ancora freddo.

Un bel dono: un gran libro del quale parlero’ a suo tempo.

Peccato, ci voleva piu’ tempo.

Lavoro intenso con novita’ nella struttura dello studio, ancora ufficiose ma in procinto di diventare ufficiali. Se uno volesse correre guardandosi i piedi sarebbero anche positive. Se uno pero’ guarda avanti potrebbero anche essere un bel boomerang.

Ci pensero’.

E’ arrivato pure un weekend con una pazza Halloween night che cadeva di venerdi’ e per la quale la citta’ e’ letteralmente impazzita. Noi ci siamo rintanati dagli IO alla vigilia della loro –ennesima- partenza per le terre d’oriente. Siamo poi finiti intorno ad una hot-pot cinese su Lexington, dintorni di Grand Central a mangiare questa very addictive invenzione cinese condita con dei distillati cinesi on the rocks. Serata chiusa nella casa nuova di S. a tarda notte a bere Lagavulin, parlando di futuro e di caccole architettoniche.

Sabato con spesa con cena tra bloggers vista la presenza a in citta’ di Settore e Doug per la Maratona. Due belle persone (ne parlero’ piu’ largamente su Effettolarsen), in estrema sintesi, con tanto di doni (libro autografato e toscani riserva) per il sottoscritto. E domenica passata ad inseguirli senza risultato. A Fort Green con incrocio magico e fortuito con L.&N. e R., con tanto di cartello. Ci siamo ritrovati ad incitare tutti finendo per ballare in mezzo ai gospel dei ragazzi di colore del quartiere [go Obama go, cartelli ovunque]. Subway fino a Central Park, all’arrivo. Tra Fort Green e l’arrivo abbiamo visto S. che ha chiuso con un 3.28 notevole, ma non i due eroi. Davide Cassani, molti giapponesi che facevano una specie di corsa sincronizzata. Non Linus e lo zio Bergomi. Tappa su un mercatino nell’UWS con acquisto di torta di mele e sidro appena fatto. Ritorno nel Village con Tim Robbins alle prese con la solita partita di Hockey su Sesta e Houston e con un fuori-posto Fabio Volo (con ovvia tipa al fianco) che ha risposto al saluto.

Sfinito ho finito il libro di Settore sul divano e ho cucinato i bolliti completo di zampini di maiale. Brodo con simil-anolini e un po’ di manzo.

Salgo sul tetto per un toscano riserva per chiudere.

E nelle finestre di fronte, vedo la coppia di vicini un tempo perfetti dirimpettai.

Lui e’ nudo e lei in mutande. Poi esce dal bagno un terzo personaggio, maschio. Nudo anch’esso. Mica giovani, eh.

E la coppia cucina e lui cazzeggia, dopodiche’ si siedono a tavola tranquilli, due nudi e lei in mutande.

Io finisco il toscano e penso quanto sono ancora provinciale … o anche no.