Sunday, August 30, 2009

I smell NYC

Se ne parla sempre quando si parla di NYC.
Finalmente la mappa interattiva degli odori di questa citta'.
E chi c'e' stato puo' constatare quanto sia ben fatta.
Ovviamente sul NYTimes [*]

Saturday, August 22, 2009

Summer: lazy ma che piu' lazy non si puo'


due mesi cosi' tutto d'un fiato in mezzo ad un'estate insolita, che si e' fatta torrida solo nelle ultime due settimane. molta pioggia e quindi molte letture. purtroppo anche molto lavoro, intenso. un po' di cose non andate a segno e un po' stanchezza mista a nostalgia per le estati in infradito in riva al mare o in collina per settimane. qui non ci si ferma mai e i weekend diventano occasioni per evadere. cosi' come le visite che ti obbligano a rifare i conti e tirare le somme con la tua citta' dove hai scelto di vivere. questa volta e' toccato a G. ed e' stato uno scambio reciproco: prima la sua parigi e poi la mia NYC. con le condizioni che i giorni lavorativi lasciano margini sempre pi' ridotti in settimana. si apetta la Londra dello zio a questo punto.
si evade andando a montreal [con tappa sempre interessante al CCA e ho poi trovato inuna libreria italiana una copia di "Americana" di Vittorini ... a proposito o anche no: ciao Fernanda] in pullman raccolgiendo ritratti insoliti e un profumo di un America d'altri tempi e ritrovando la' un po' di casa.
si evade andando a vedere l'Headquarter della Pepsi Co. con il suo incredibile parco di sculture [dove ci sono delle torri cilindriche di Pomodoro che rappresentano per me la prima opera d'arte decente di questo sopravvalutatissimo artista] per poi perdersi nel Campus del SUNY College dall'altra parte della strada, rimanendo incantati di fronte a una delle opere della serie Three Cairns di Andy Goldsworthy
[quella su nella foto].si finisce poi in uno dei bar lungo l'hudson a bere burra e mangiare vongole circondati da un America sconclusionata che spaventa e attrae allo stesso tempo e si ritorna con un treno carico di teens che vanno all'assalto della citta' dei sogni [esperienza che varrebbe un racconto di per se'].
si evade andando a vedere finalmente gli Yankees che sono parte di questa citta', dell'immaginario pulsante di questa citta' [come non pensare alle pagine iniziali di Underworld di De Lillo?].
si evade andando in Connecticut in una villona sul lago di amici, dove si va in barca, si fa "tubing" [chi l'avrebbe mai detto] e si prova addirittura lo sci d'acqua [con poco successo e un paio di lividi notevoli], si cucina e si bevono vini incredibili [Montrachet eccezionali e un Petrus non compreso].
si evade andando a Dumbo a fare pic-nic e cinema all'aperto con vista mozzafiato.
si evade infilandosi nei cinema con temperature polari [bello 500 days of summer, grazie P., visto al BAM].
si evade guardando le vie alberate di Brooklyn e le case d'altri tempi e le bici.
insomma si evade e si cerca di non pensare a quelli che hanno 4 settimane di ferie [e non sanno quanto sono fortunati], si evade e si cerca di non pensare alle proprie valli, alle radici e agli amici, si evade e poi si torna sempre in questa folle e meravigliosa prigione di citta'. ci si ripete "adesso smetto" e poi ci si ricasca sempre perche' NYC e' piacere e rimorso, gioia e sofferenza, all'estremo. adesso smetto. ma poi non smetti mai.
NYC e' l'ultima sigaretta delle citta'.
anche d'estate.