premessa: volevo scriverlo da qualche settimana ma, si sa, il tempo e' tiranno. oggi il clima e' sospeso tra il nuvoloso andante e il piovoso. quindi ho un po' di tempo per "scaccolarmi".
Lo Scorpione qui diceva la sua sulla lingua della rete, cosi' criticata dal vate Scalfari [e qui aprirei una parentesi sugli anni belli e dannati durante i quali si leggeva Scalfari la domenica mattina su Rep e si aveva fretta di condividere l'analisi del grande vecchio]. Scherzosamente esortava il grande vecchio a vederla come una fase che apre ad un mondo nuovo, una nuova forma di comunicazione (allargata) da riempire di contenuti.
Mi sono andato a cercare l'articolo di Scalfari che e' qui.
Leggendolo con calma non posso che concordare ancora una volta con lo Scorpione.
E in piu' vorrei aggiungere che un contributo all'imbarbarimento dei costumi linguistici e' dato piu' che altro dai siti web dei giornali italiani, incluso quello di Rep.
Per quello che riguarda la lingua italiana.
Provate a confrontarli con le altre testate giornalistiche del mondo occidentale e noterete le differenze.
Quelli de noantri non sono che poveri sommari digitali e sbiadite copie del giornale cartaceo.
Ogni morte di vescovo (da anni non lo dicevo ... come si dira' in globenglish?) c'e' un articolo con una firma.
Prendete il New York Times. Ogni articolo ha una firma.
E soprattutto ogni articolo del New York Times ha una funzione stupenda. Se incontrate una parola che non conoscete basta farci sopra un doppio click. E si apre una finestra con la definizione del vocabolario e l'audio della pronuncia (piu' una serie di opzioni).
A me sembra geniale e al tempo stesso un piccolo passo per educare noi masse ignoranti, noi emigranti.
E per iniziare a parlare english e non globenglish.
E Rep e la stampa progressista (ops, democratica?) italiota cosa fa in questo senso oltre a lamentarsi da un attico con vista su Roma?
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