Saturday, November 8, 2008

4 cosette su Obama scritte cosi’ di getto e piene di parentesi [1/4]

il gioco sembra essere quello di capire chi per primo ha scoperto il fenomeno Obama. Il Foglio spara un 4 Dicembre 2004, articolo che mi era sfuggito non essendo un lettore assiduo del medesimo [*].
Che, devo ammettere, non e’ male. Pero’ in quel periodo io [noi] ero qui a NYC, e precisamente a Gennaio 2005 [cazzo, un mese di differenza] mi ero ritrovato con la mia dolce meta’ ad una cena un po’ improbabile nella parte figa del Greenwich Village a casa di una collega; il marito della collega dopo svariati Jim Beam [*] on the rocks [Panpot e Xyzal ricorderanno qualcosa di simile … prima della mia confessione di matrimonio in vista] si era rivelato un fervente democratico –oltre che un architetto discutibile, nonostante il successo professionale che riscuoteva [q sfiorata] al tempo- e aveva detto la sua con sguardo rivolto verso l’infinito: il prossimo presidente sara’ afro-americano ed il suo nome e’ Barack Obama … e’ il candidate giusto … e’ l’unico che ha una visione [vision] e ha appena fatto un discorso indimenticabile. Io della serata ho anche una prova materiale: un ombrello rosso. Che ho rubato dal mazzo degli ombrelli dei convenuti alla fine del dinner-party [pioveva], dopo svariati Jim Beam con il tipo. Lo uso ancora adesso ma non so se vale come prova dell’aneddoto. Ci provo e chiedo l’omologazione. In sintesi mi darei una medaglia d’argento ben davanti a Luca Sofri [che, lemme lemme, dopo la Direzione del PD raggiunge anche il ruolo di editorialista dell’Unita’; mica male per uno fuori dei giochi] che a Condor ha dichiarato di aver parlato di Obama nel 2006 o giu’ di li’.

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