Fa freddo in questi giorni. C'e' la neve. Un grado in piu' di difficolta' per la vita peraltro gia' ardua dei niuorchers. C'e' pure il vento.
Ti senti vivo.
I giorni volano sempre qui e cosi' le settimane, i mesi. A detta di molti, anche gli anni.
E' un susseguirsi continuo di cose,avvenimenti, storie.
Incessante. Martellante. Nevrotico.
Bisogna stare sempre in una citta' in grado di sublimare le tue nevrosi.
L'ho sempre pensato.
Ci si riduce come animal (Lou Reed o L.B. Alberti fate voi), si arriva a ridurre tutto al minimo.
Sveglia - lattefreddocerealicaffe'paglia - cagata (e qui bisognerebbe aprire una lunga parentesi. A NYC non si caga, si esagera) - doccia - denti - vestizione - freddo - camminata - subway - libro - ipod - camminata - studio - email - lavoro - riunioni - telefonate - pranzo(just a soup?)- paglia - email - lavoro - riuinioni - telefonate - subway - cinema/locale/drinks/dinner/evento/internet.
Da capo. Si ricomincia.
E cosi anche il weekend. Senza fiato con l'incombenza della laundry.
Poco spazio per la raffinatezze, anche l'abbigliamento e il linguaggio si adeguano.
Ho smesso di farmi la barba.
Quei dieci minuti son preziosi.
NYC e' raw, tough and rough.
Per questo mi piace, non e' certo rose e fiori.
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