Sunday, July 20, 2008

Fire Island long weekend


Lungo [in molti sensi] weekend su Fire Island. Amo, amiamo questa lingua di sabbia davanti a Long Island. Niente macchine [ecco che si spiegano quei carrelli all'arrivo], case in legno e vetro, vialetti da percorrere in bici, case sempre aperte, cerbiatti in giro. E poi la forma stessa dell'isola: lunghissima e strettissima [circa 300-400 mt in media] ... si vede quasi sempre da una parte la biaia di Long Island e l'oceano aperto nello stesso tempo. Dune di sabbia. E si respira un po' quell'aria pragmantica e rilassata tipicamente americana, quasi un sentore di frontiera e di pionieri. Ti salutano tutti con cordialita' e allo stesso tempo si fan tutti i cazzi loro. Ecco poi ogni paesino di Fire Island fa storia a se'. Come molti sanno c'e' la celebre parte gay [dove se andavano artisti, intellettuali e stilisti negli anni anni 70 e 80 mentre i borghesi niuorchesi cominciavano la colonizzazione di massa degli Hamptons], quella lesbica, quella per famiglie, quella scazzata. Insomma ognuno si puo scegiere la sua.
Noi ci siamo andati con una coppia tedesca-colombiana, una ragazza vietnamita-americana, un giapponese e una graca-americana.
Ognuno a portato cibo e vino e alcolici in quantita' e ci si e' dato dentro parecchio con la griglia e le padelle.
E poi a smaltire in spiaggia con nuotate border-line tra cavalloni incredibili.
Peccato solo che la mia dolce meta' si sia rotta un braccio cadendo in bici. L'avremmo saputo solo al lunedi' riotrnando alla dura realta'. Venerdi' prossimo operazione, di due ore e notte in ospedale. Auguri bella pischella, faremo anche questa.

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