Dopo aver provato a vederlo svariate volte al BAM (e al Sunshine) quando L.&N. erano ancora qui, dopo averlo visto con netflix, stasera abbiamo rivisto "Man on wire" con un gruppo di amici architetti che organizza simposi in un loft nel Financial district [che non so se avete presente que quartiere il sabato sera .... ed aggiungeteci che c'era pure il St. Patrick's day, ascelle e birre per tutti]. C'era anche il direttore della fotografia del film-documentario, Igor Martinovic, che alla fine si e' fermato a raccontare un po' del film rispondendo a tutte le domande.
Tipo molto simpatico e con piedi per terra (e moglie architetto), gia' incontrato in altre occasioni.
Beh il documentario e' bello e poetico come hanno scritto tutti e soprattutto con un gran ritmo.
La constatazione che mi e' rimasta in gola e' che un progetto mediocre come il World Trade Center di NYC ha raggiunto uno status mitico grazie a due ossessioni altrui: quelle di Philippe Petit e quella di al-Qaida.
Cosi' per dire, ovviamente con leggerezza.
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