Monday, October 22, 2007

Arrivi e partenze


Il fatto che Niuok sia in fondo un porto di mare, un bel porto di mare mi sta abituando ad arrivi e partenze di parenti, amici e conoscenti.
Questa volta e’ stato il turno di M. [C.?] e A., una settimana nella Big Apple (tra l’altro, ci sara’ una ragione toponomastica dietro il successo spropositato dei prodotti Apple da queste parti?).
Rodato dalle precedenti esperienze ho affinato il tour personale della metropoli al di fuori delle –tante- tappe obbligate. Ho imparato a non provare a far assaggiare tutto. L’arte della scelta in base all’umore del momento, alle aspettative isomma. Lentezza ed efficienza. Perdendo anche tempo quando necessario. Cambiando idea. Tornando sui propri passi, all’altezza delle proprie contraddizioni.
Durante la settimana, visto che ci tocca lavorare, ci si concentra piu’ che altro su ristoranti e locali dando un’occhiata ai quartieri, magari fuori dalle rotte stabilite. Stavolta e’ toccato ad Edwards a Tribeca, poi Lower East con Schiller’s e Kats (pastrami), le Gallerie di Chelsea e il Florent al Meatpacking per chiudere poi a Pegu, Midtown con Martini al Four Seasons e poi al Peninsula arrivando sulle ginocchia al BBQ di Korea Town.
Poi arriva il weekend e c’e’ tempo per il Dim Sum a Chinatown e il gironozolare, stavolta comprendendo anche un giro sullo Staten Island Ferry per arrivare alla immancabile cena nella casetta con petto d’anatra al miele, aceto di cassis e patate dolci arrosto, costolette di agnello marinate e parsnip arrosto (bevendo Pinot Noir di Borgogna e Priorat. E troppo Calvados), formaggi di capra, conclusasi alle due per finire (finirci) al Tribe nell’East Village. Domenica di hangover e risate demziali (con magliette coordinate I love New York) passata al P.S.1 con musica (trio dal vivo davvero bravi) e cazzeggio. Chiusura al Village con la T-Bone Steak e il Chocolate SoufflĂ© al Knickerbocker.

Ci e’ voluto tempo ma ormai un mutamento e’ avvenuto. La distanza ha creato qualche problema all’inizio. La mancanza dei rappporti settimana per settimana (a quelli giorno per giorno si era gia’ rinunciato da tempo) con amici e parenti ha pesato molto all’inizio. Ma adesso no, non piu’. Mi sono accorto che e’ questione di qualita’. L’ultima riprova e’ stato il matrimonio lampo in Italia. Ma anche le tre ultime visite qui son state perfette. Ci si coccola, ci si dice cose importanti con ironia, non ci si prende sul serio, ci si gode il tempo a disposizione, si condividono delle cose e si spiegano delle scelte. Il tempo passato assieme diventa tutta polpa come gli spazi pubblici per le citta’ di Lucca o Venezia e si continua a crescere per davvero. Sono cammini paralleli e condivisi con radi punti di contatto dal vivo ma tutti importanti e vitali. E non si ha tempo di parlare di cose noiose come la carriera e i soldi.
Quei discorsi lasciamoli a chi non ha altro di cui parlare e nulla da condividere al tavolo della vita.


Noi, nel mentre, continuiamo cosi’. Ci sara’ da divertirsi.

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