Monday, October 29, 2007
One month ago
Vorrei giusto tornare indietro per fare due chiacchiere in piu' con gli amici e con le amiche.
Comunque sono ancora contento, molto contento di come e' venuto.
Confido lo siate anche voi.
Per avere il tempo di
Friday, October 26, 2007
Friday Night
Wednesday, October 24, 2007
in_rainbows /////
Monday, October 22, 2007
Arrivi e partenze
Il fatto che Niuok sia in fondo un porto di mare, un bel porto di mare mi sta abituando ad arrivi e partenze di parenti, amici e conoscenti.
Questa volta e’ stato il turno di M. [C.?] e A., una settimana nella Big Apple (tra l’altro, ci sara’ una ragione toponomastica dietro il successo spropositato dei prodotti Apple da queste parti?).
Rodato dalle precedenti esperienze ho affinato il tour personale della metropoli al di fuori delle –tante- tappe obbligate. Ho imparato a non provare a far assaggiare tutto. L’arte della scelta in base all’umore del momento, alle aspettative isomma. Lentezza ed efficienza. Perdendo anche tempo quando necessario. Cambiando idea. Tornando sui propri passi, all’altezza delle proprie contraddizioni.
Durante la settimana, visto che ci tocca lavorare, ci si concentra piu’ che altro su ristoranti e locali dando un’occhiata ai quartieri, magari fuori dalle rotte stabilite. Stavolta e’ toccato ad Edwards a Tribeca, poi Lower East con Schiller’s e Kats (pastrami), le Gallerie di Chelsea e il Florent al Meatpacking per chiudere poi a Pegu, Midtown con Martini al Four Seasons e poi al Peninsula arrivando sulle ginocchia al BBQ di Korea Town.
Poi arriva il weekend e c’e’ tempo per il Dim Sum a Chinatown e il gironozolare, stavolta comprendendo anche un giro sullo Staten Island Ferry per arrivare alla immancabile cena nella casetta con petto d’anatra al miele, aceto di cassis e patate dolci arrosto, costolette di agnello marinate e parsnip arrosto (bevendo Pinot Noir di Borgogna e Priorat. E troppo Calvados), formaggi di capra, conclusasi alle due per finire (finirci) al Tribe nell’East Village. Domenica di hangover e risate demziali (con magliette coordinate I love New York) passata al P.S.1 con musica (trio dal vivo davvero bravi) e cazzeggio. Chiusura al Village con la T-Bone Steak e il Chocolate SoufflĂ© al Knickerbocker.
Ci e’ voluto tempo ma ormai un mutamento e’ avvenuto. La distanza ha creato qualche problema all’inizio. La mancanza dei rappporti settimana per settimana (a quelli giorno per giorno si era gia’ rinunciato da tempo) con amici e parenti ha pesato molto all’inizio. Ma adesso no, non piu’. Mi sono accorto che e’ questione di qualita’. L’ultima riprova e’ stato il matrimonio lampo in Italia. Ma anche le tre ultime visite qui son state perfette. Ci si coccola, ci si dice cose importanti con ironia, non ci si prende sul serio, ci si gode il tempo a disposizione, si condividono delle cose e si spiegano delle scelte. Il tempo passato assieme diventa tutta polpa come gli spazi pubblici per le citta’ di Lucca o Venezia e si continua a crescere per davvero. Sono cammini paralleli e condivisi con radi punti di contatto dal vivo ma tutti importanti e vitali. E non si ha tempo di parlare di cose noiose come la carriera e i soldi.
Quei discorsi lasciamoli a chi non ha altro di cui parlare e nulla da condividere al tavolo della vita.
Noi, nel mentre, continuiamo cosi’. Ci sara’ da divertirsi.
Friday, October 12, 2007
Kakkole
In attesa di riuscire a postare un'animazione dell'evento con i dovuti ringraziamenti a tutti gli intervenuti e non, mi scaccolo piu' o meno pubblicamente.
Niente che riguardi l'evento.
Totally off-topic.
Le citta'. La citta'.
Tutte le volte che ritorno in una citta' europea, sia essa Lisbona, Barcellona o
E posso dire che a
Manca la zona d'ombra, il modello alternativo, la cultura di opposizione.
Manca totalemente, almeno nella
Siamo tutti intruppati nel modello dominante fatto di i-pod, i-phone, drinks, finte nevrosi, schermi piatti e sogni di one or two dedroom apartment (dopo aver capito che il loft e' inarrivabile). E poi il dio verde, i dollars, i bucks.
Tutti li', chi piu', chi meno.
Tutti presi dal wireless e dalle email, dai txt message e dagli show tv, dal cable e dal ristorante cool. Il club. Lo shopping. La credit history. La credit card. Le vacanze piu' o meno esotiche, da raccontare condividendo foto tutte uguali con le nostre macchinette digitali.
Un grosso club, dove si perde tempo a contare i peli
Passeggiando per le altre citta' scopri che ci sono meno i-pod, meno gente al cellulare. C'e' gente ai caffe' che si gode la vista o la birra senza fare niente.
Gente che legge, che commenta, che ride e che perde tempo.
Serenamente.
Gente che non lavora. Gente che si droga in allegria e che si ubriaca con malinconia.
Con sguardi vivi cosi' diversi da quelli vitrei che abbiamo qui, persi tra gin&tonic e coca.
Gente che fuma con calma, parlando. Non fuori dai locali con ansia.
C'e' gente che sopravvive dignitosamente al di fuori delle 40 ore settimanali di lavoro.
C'e' gente che non parla di aumenti e di bonus.
Parla di vita. Di storie. Di amore. Di poesia. Di libri. Di arte.
C'e' perfino chi scrive, chi disegna nei caffe'.
Il caffe' e' caffe' ed e' uno solo. Pensate alle file di pazzi che chiedono hazelnut coffe with no fat milk, creame and caramel.
La gente non si vergogna di essere stanca o triste.
Non si vergogna di pensare al futuro e ad un futuro migliore.
Non si vergogna di pensare agli altri, a chi sta peggio.
Non pensa al proprio orticello come l'ombelico del mondo.
Non pensa a questo sistema come l'unico possibile.
Non pensa al dio mercato, alla competitivita' e al metterlo nel culo agli altri.
Insomma non tutti sono cosi' integrati a questo sistema che fa acqua da tutte le parti.
C'e spesso una ingenuita'e una spontaneita' commovente.
Il cibo e' cibo e il vino e' vino.
Non e' mercato. Trattasi di sapori, di cultura.
I vecchi appaiono saggi da quelle parti e non un intalcio come qui.
La diversita' e' reale, nel modo di pensare non e' quella
Il multiculturalismo non e' stasera giapponese e domani messicano, al ristorante.
Come crediamo noi.
Insomma non so se si e' capito ma mi sto rompendo i coglioni di questa recita.
Il palcoscenico vero e' altrove. L'attrice protagonista ce l'ho gia'.
Qui si respira sempre piu' il clima dei film natalizi dei Vanzina.
Non so ... Harlem? Red Hook?
Dove cazzo e' finita la citta'? la controcultura? l'innovazione? le idee?
Una volta c'era il pensiero, diceva il signor G ... il quale riderebbe di noi.
Molto.