
due mesi cosi' tutto d'un fiato in mezzo ad un'estate insolita, che si e' fatta torrida solo nelle ultime due settimane. molta pioggia e quindi molte letture. purtroppo anche molto lavoro, intenso. un po' di cose non andate a segno e un po' stanchezza mista a nostalgia per le estati in infradito in riva al mare o in collina per settimane. qui non ci si ferma mai e i weekend diventano occasioni per evadere. cosi' come le visite che ti obbligano a rifare i conti e tirare le somme con la tua citta' dove hai scelto di vivere. questa volta e' toccato a G. ed e' stato uno scambio reciproco: prima la sua parigi e poi la mia NYC. con le condizioni che i giorni lavorativi lasciano margini sempre pi' ridotti in settimana. si apetta la Londra dello zio a questo punto.
si evade andando a montreal [con tappa sempre interessante al CCA e ho poi trovato inuna libreria italiana una copia di "Americana" di Vittorini ... a proposito o anche no: ciao Fernanda] in pullman raccolgiendo ritratti insoliti e un profumo di un America d'altri tempi e ritrovando la' un po' di casa.
si evade andando a vedere l'Headquarter della Pepsi Co. con il suo incredibile parco di sculture [dove ci sono delle torri cilindriche di Pomodoro che rappresentano per me la prima opera d'arte decente di questo sopravvalutatissimo artista] per poi perdersi nel Campus del SUNY College dall'altra parte della strada, rimanendo incantati di fronte a una delle opere della serie Three Cairns di Andy Goldsworthy [quella su nella foto].si finisce poi in uno dei bar lungo l'hudson a bere burra e mangiare vongole circondati da un America sconclusionata che spaventa e attrae allo stesso tempo e si ritorna con un treno carico di teens che vanno all'assalto della citta' dei sogni [esperienza che varrebbe un racconto di per se'].
si evade andando a vedere finalmente gli Yankees che sono parte di questa citta', dell'immaginario pulsante di questa citta' [come non pensare alle pagine iniziali di Underworld di De Lillo?].
si evade andando in Connecticut in una villona sul lago di amici, dove si va in barca, si fa "tubing" [chi l'avrebbe mai detto] e si prova addirittura lo sci d'acqua [con poco successo e un paio di lividi notevoli], si cucina e si bevono vini incredibili [Montrachet eccezionali e un Petrus non compreso].
si evade andando a Dumbo a fare pic-nic e cinema all'aperto con vista mozzafiato.
si evade infilandosi nei cinema con temperature polari [bello 500 days of summer, grazie P., visto al BAM].
si evade guardando le vie alberate di Brooklyn e le case d'altri tempi e le bici.
insomma si evade e si cerca di non pensare a quelli che hanno 4 settimane di ferie [e non sanno quanto sono fortunati], si evade e si cerca di non pensare alle proprie valli, alle radici e agli amici, si evade e poi si torna sempre in questa folle e meravigliosa prigione di citta'. ci si ripete "adesso smetto" e poi ci si ricasca sempre perche' NYC e' piacere e rimorso, gioia e sofferenza, all'estremo. adesso smetto. ma poi non smetti mai.
NYC e' l'ultima sigaretta delle citta'.
anche d'estate.
1 comment:
e finalmente eccolo qui l'achab; anche se un po' malinconico, che cerca di darsi fiducia e che alla fine approda alla conclusione che come la Mela non c'e' nessuno - e non ti biasimo
Lo zio vi aspetta, caldissimo, ha bisogno delle impressioni del Capitano, di avere degli spunti interessanti per vedere di rivalutare questa citta' che non riesce a sostenere il confronto con la cognata d'oltreoceano (sorella mi sembra eccessivo, gemellata tanto meno).
E poi vedo che manu ha il visa e mi girano i coglioni dall'invidia
Green card anche per me!
un abbraccio
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