Erano estati di quella felicita' che si puo' avere quando tutto e' ancora intatto, senza nemmno scomodare -ancora- l'incoscienza del basso ventre.
L'aria in collina profumava di acacie in fiore (licenza "poetica", lo so fioriscono a maggio, ma con i miei ricordi ci faccio quel cazzo che mi pare chiaro?), l'amaca, la nutella i topolini (intesi come fumetto) e primi gialli (la banda dei sette?). Il pallone. La colazione e la merenda. E tante partite a scacchi e i libri sugli scacchi.
E senza tv e senza internet io avevo un idolo segreto, folle e visionario. Che adesso non c'e' piu'. Bobby Fisher. Che vita, ragazzi.
Se ne e' andato lui e anche una parte di me, ho realizzato adesso, quella che giocava a scacchi. L'ho persa strada facendo.
Ha ragione quel genio di Mordecai Richler:
"Un ragazzo puo' essere due, tre, quattro persone potenziali, ma un uomo una sola: quella che ha ucciso le altre"
(L'apprendistato di Duddy Kravitz, gran libro appena letto, grazie A.).
Che mi richiama l'albero delle possibilita' di Kundera che a sua volta mi ricorda folli discussioni della domenica mattina con V. a proposito di vita, donne e Kundera davanti a Repubblica e Caffe' e paglia.
Ok, mi sto perdendo. Torno a lavorare.
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1 comment:
Ma non dimentichiamo neppure Duilio Loi..
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