Era solo un occhio, ma che occhio! (Picasso su Monet?)
Saturday, September 13, 2008
"petite" things
si naviga a vista tra uragani sul texas e dibattiti Obama-McCain con contorno di rossetti. piove ogni tanto. il lavoro si fa complesso quando alla fine della giornata non sai cosa hai fatto di preciso. si continua a non fumare (lunedi fan 4 settimane, mica bruscolini). si beve come scaricatori di porto in compenso, come tutti in questa citta' un po' folle. giovedi' sera gita a caccia di pesce con l'Ikea ferry per red hook a scrocco e con il bel tempo, meta: Petite Crevette. Io, dolce meta', A. e R. Arrivati all'Ikea ci dirigiamo decisi, mappa alla mano, verso il ristorante che poi e' a Carrol Garden ma volevamo fare la passeggiata a Red Hook che e' sempre figo. Pero' vista la distanza decidiamo per la short-cut che ci portara' ad attraversare case popolari [social housing] che sembrava di stare in un film di Spike Lee, con giardini con sedili di macchine appoggiate ai muri, bande di ragazzini discutibili, enormi sbarre alle finestre e indicibili odori [spazza ovunque]. Un supermercato, qualche officina, svincoli. Marciapiedi deserti e macchine a passo d'uomo con hip hop a tutto volume. Insomma, in sintesi, da cagrsi sotto. Si vedeva lontano un miglio che non eravamo di quelle parti anche dalla camminata che sembravamo muoverci su pezzi di vetro, guardinghi e silenziosi. COn la gocciolina sulla tempia. Poi pian piano la comparsa di paesaggi familiari a cominciare da una agenzia della Chase. Sospiro. Siamo vivi e vegeti e ci aspetta una bella cena a base di pesce. R. con le due bottiglie di vino al seguito (albarinho e chablis, non sbaglia un colpo) per poi scoprire che next door c'e' il Wine store. Eh si perche' il ristorante, Petite Crevette, e' di quelli che ti porti il vino e loro si fan pagare 5$ per il "diritto di tappo" (e te lo tengono in fresco). Posto molto bello, accogliente, ricavato dentro un ex-negozio di fiori. Menu semplici scritti a mano, quasi solo pesce. Una cameriera e un cuoco. Posto piccolo che invoglia alla chiacchiera. I pesci interi al forno con le erbe e basta. Easy. Ci e' voluta la terza bottiglia [Pouilly fume'] dal vicino wine store. Abbiamo chiuso qui [*] con un negroni come si deve, poi noi due ce ne siam tornati in centro citta', mentre gli altri han continuato. Ieri sera eravamo due zombie e ci siam rifugiati al Think coffe [*], grill cheese [piave vecchio, non c'e' solo cheddar] e coffe e tanta voglia di perdersi in quelle interessanti solitudini che ti circondano in quel posto. Stasera, Moma party.
C. Augias, I segreti di New York, Mondadori 2000 - P. Auster, Trilogia di New York, Einaudi 1996 - P. Auster, Follie di Brooklyn, Einaudi 2005 - P. Auster, La notte dell'oracolo, Einaudi 2004 - G. Simenon, Tre camere a Manhattan, Adelphi 1999 - G. Simenon, Maigret a New York, Adelphi 2000 - A. M. Molina, Finestre di Manhattan, Einaudi 2006 - H. Damisch, La citta' Narciso, Costa&Nolan 1998 - M. Maffi, New York. L'Isola delle colline, Il Saggiatore 1995 - P. Chierici, NYCITY I sentieri dell'inquietudine, A. Maioli Ed. 2000 - R. Koolhaas, Delirious New York, Electa 2000
"If a man can live in New York, he can live anywhere" A. C. Clarke - "I'm astounded by people who want to 'know' universe when it's hard to find your way around Chinatown" W. Allen - "After a rockin' reelin' rollin' ride I landed up on the downtown side of Greenwich Village" B. Dylan - "I want to wake up in a city that never sleeps" F. Sinatra - "A hundred time I've thought New York is a catastrophe ... It is a beautiful catastrophe" Le Corbusier - "I moved to New York for my health, I'm paranoid and New York was the only place where my fears were justified" A. Weiss
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"Come tutte le metropoli era costituita da irregolarita', avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze, collisioni di cose ed evnti, e , frammezzo, punti di silenzio abissali; da rotaie e da terre vergini, da un gran battito ritmico e dall'eterno disaccordo e sconvolgimento di tutti i ritmi" R Musil
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