Anche il Florent chiude, dopo 23 anni. Si arrivo tardi, la voce girava. Qui la notizia su Curbed [*] e qui il bell'articolo sul NYTimes [*]. Lascia probabilmente spazio all'ennesimo bar cool per gente in bamba con l'i-phone e il 1 bedroom nel luxury condo [possibilmente vetrato]. Dove potranno vantarsi del loro bonus annuale e delle vacanze e del costoso niente che li circonda. Quelle pareti hanno un po' di aneddoti da raccontare ... anch'io nel piccolo ci ho passato diverse serate/nottate a riconoscere citta' nelle mappe appese alle pareti, a orari discutibili ovviamente. Ci ricordo una bella cena con il Corvo e A. Ma il ricordo piu' bello sono i miei che battono il tempo ai camerieri mentre ballano sul bancone alle due del mattino. Va be', abbiamo tempo sino al 29 giugno. Poi starbucks o finta enoteca italiana per sfigati con i verdoni.
un po' sulle ginocchia dopo 4 settimane a zonzo. al di qui e al di li' dell'oceano. molte riflessioni che ronzano e che non sono ancora sedimentate come dovrebbero. andando a braccio ma proprio a braccio [random direbbe doug, o shuffle direbbe l'i-pod] direi che tutto le volte che vado a milano vengo preso dal rammarico per le occasioni mancate, per la non cura degli spazi pubblici, per una citta' [la piu' moderna che abbiamo] che denota un ritardo di maturita' a tutti i livelli [in primis della classe dirigente ma anche dei cittadini]. tutte le volte che invece vado a madrid intravedo un progetto di una societa' aperta, dinamica, coraggiosa che riesce a coniugare passato-memoria-tradizione con futuro-visione-innovazione. tre musei realizzati in pochi anni [due addizioni e un restauro], 4 torri da 250 metri, decine di quartieri residenziali, infrastrutture, spazi pubblici curati e godibili. mantenendo vive le tradizioni che contano come la corrida [le rughe dei vecchi i semi di zucca, i cuscini in pelle consunta, la tensione e la violenza, la morte. nella corrida ci sono molte cose. non tiratemi fuori menate da verdi, please]. apertura alle professionalita' internazionali e credito alle giovani leve che crescono grazie a questo confronto [vedere gli architetti e la composizione del governo Zapatero, ma anche tante aziende private]. in mezzo un viaggio upstate a visitare un parco di sculture che parla di una new york diversa da quella di sex and the city e delle foto in bianco e nero degli sturbucks.
mi verrebbe da dire che ci manca spesso la visione, il coraggio di fare delle scelte, anche a livello personale. liquidiamo alla svelta cose che potrebbero tornare utili e ci tiriamo dietro cose inutili. per dire. a mente fredda. a un pd qualsiasi ... ma voi siete sicuri che sia piu' utile un rutelli di un martelli? il pd a volte mi sembra una metafora dell'italia stessa. L'italia e' un paese che e' passato alla tragica spensieratezza della postmodernita' senza passare dalla modernita' [e qui cito in un colpo solo due maestri, SC e PPP] cosi' come il pd sembra voler passare all'esperienza del partito leggero sul modello americano senza essere passato veramente attraverso il socialismo. [e per piacere adesso non ditemi che in italia il socialismo era ed e' craxi e boselli]. random, random ... ma ve lo avevo detto. a chiudere: ma secondo voi almeno rutelli ce lo siamo levati dai coglioni o no?
e adesso un martini please. che tutte ste cose devono sedimentare e mi aspettano due mesi complicati sul lavoro, spero con qualche soddisfazione.
stamattina ho ricevuto una email da M. che conteneva oltre che delle belle parole questa vignetta. La feci nell'estate del 1998, probabilmente all'ex-Macello dove ci si trovava a bere Sambuca col ghiaccio ... dopo i turni in fabbrica. I magnifici 7 da sinistra a destra: G. (Xyzal), E., V., M., M. (Achab), G. e CA. Cazzo, dieci anni. A questo punto chiuderei, in puro clima nostalgia, con il Maestro di allora:
Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata così, l' estate finiva più "nature" vent' anni fa o giù di lì... Con l' incoscienza dentro al basso ventre e alcuni audaci, in tasca "l'Unità", la paghi tutta, e a prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità...
(...)
E quanto son cambiato da allora e l'eskimo che conoscevi tu lo porta addosso mio fratello ancora e tu lo porteresti e non puoi più, bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà: tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent' anni fa!
C. Augias, I segreti di New York, Mondadori 2000 - P. Auster, Trilogia di New York, Einaudi 1996 - P. Auster, Follie di Brooklyn, Einaudi 2005 - P. Auster, La notte dell'oracolo, Einaudi 2004 - G. Simenon, Tre camere a Manhattan, Adelphi 1999 - G. Simenon, Maigret a New York, Adelphi 2000 - A. M. Molina, Finestre di Manhattan, Einaudi 2006 - H. Damisch, La citta' Narciso, Costa&Nolan 1998 - M. Maffi, New York. L'Isola delle colline, Il Saggiatore 1995 - P. Chierici, NYCITY I sentieri dell'inquietudine, A. Maioli Ed. 2000 - R. Koolhaas, Delirious New York, Electa 2000
"If a man can live in New York, he can live anywhere" A. C. Clarke - "I'm astounded by people who want to 'know' universe when it's hard to find your way around Chinatown" W. Allen - "After a rockin' reelin' rollin' ride I landed up on the downtown side of Greenwich Village" B. Dylan - "I want to wake up in a city that never sleeps" F. Sinatra - "A hundred time I've thought New York is a catastrophe ... It is a beautiful catastrophe" Le Corbusier - "I moved to New York for my health, I'm paranoid and New York was the only place where my fears were justified" A. Weiss
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"Come tutte le metropoli era costituita da irregolarita', avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze, collisioni di cose ed evnti, e , frammezzo, punti di silenzio abissali; da rotaie e da terre vergini, da un gran battito ritmico e dall'eterno disaccordo e sconvolgimento di tutti i ritmi" R Musil